Tuttifrutti
ROBERTO VECCHIONI OSPITE DI “TUGLIE INCONTRA – FESTIVAL NAZIONALE DEL LIBRO”
Dopo il successo con Alberto Angela, lo scorso gennaio, il secondo appuntamento dedicato alle anteprime di "Tuglie Incontra 2015", il Festival Nazionale del Libro ideato e organizzato dal giornalista GIANPIERO PISANELLO, vede la partecipazione di ROBERTO VECCHIONI che presenta il nuovo libro, edito da Einaudi, dal titolo: "Il mercante di luce"
INTRODUCE: Gianpiero Pisanello
INCONTRA L'AUTORE: Gianluca Lovagnini, Rai Tgr Puglia
Martedì 21 aprile 2015 ore 20.30
Centro Polifunzionale
Corso Cesare Vergine (Località Montegrappa, nei pressi della Zona 167)
TUGLIE (Le)
Ingresso libero fino ad esaurimento posti del teatro. Una volta riempita la sala, non ci sarà più possibilità di accedere.
INCONTRA L'AUTORE: Gianluca Lovagnini, Rai Tgr Puglia
Martedì 21 aprile 2015 ore 20.30
Centro Polifunzionale
Corso Cesare Vergine (Località Montegrappa, nei pressi della Zona 167)
TUGLIE (Le)
Ingresso libero fino ad esaurimento posti del teatro. Una volta riempita la sala, non ci sarà più possibilità di accedere.
Info: 348.5465650
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ROBERTO VECCHIONI è uno dei padri storici della canzone d'autore in Italia. Per Einaudi ha pubblicato Viaggi del tempo immobile (1996), Le parole non le portano le cicogne (2000), Parole e canzoni (2002), Il libraio di Selinunte (2004 e, con una nuova prefazione in forma di racconto, 2007), Diario di un gatto con gli stivali (2006), Scacco a Dio (2009 e 2011) e Il mercante di luce (2014). Per Frassinelli è uscito il libro di poesie Di sogni e d'amore (2007). Professore di greco e latino per tanti anni, è attualmente docente di Forme di poesia in musica presso l'Università di Pavia. Nel 2011 ha vinto il Festival di Sanremo con la canzone «Chiamami ancora amore».
IL MERCANTE DI LUCE
Le parole febbrili che un padre rivolge al figlio, per dirgli – prima che sia troppo tardi – quello che passa e quello che resta di un uomo. E per dirglielo nel modo che sente più suo: viaggiando con lui tra i versi dei lirici e tragici greci, che da sempre illuminano ogni cosa. Perché è lì, in Grecia, che tutto ha avuto inizio. Un romanzo impetuoso e poetico sull'amore per i libri e per la vita.
Marco è ormai prossimo alla fine. Ha diciassette anni e soffre di progeria, una malattia che accelera vertiginosamente lo scorrere del tempo e condanna a una vecchiaia precoce. Suo padre, Stefano Quondam, fuori dal tempo e dal mondo ci si è sempre trovato, anche se in maniera diversa. È un professore di letteratura greca, grandissimo e misconosciuto, un Don Chisciotte che non ha mai smesso di combattere una testarda battaglia contro la stupidità e l'omologazione. Certo, è al tempo stesso un uomo imperfetto, pieno di difetti, ma vuole trasmettere al figlio quanto ha di più suo. E vuole credere con tutto se stesso che la bellezza che gli tempesta la memoria sia una luce cosí potente da svergognare il buio. Ma tra i due, chi è veramente il mercante di luce? Chi salva l'altro? Questa è la cronaca dei giorni di un ragazzo colto e curioso, emozionato di fronte a quello che sa della vita e a un padre che gliene spiega il senso, l'unico che conosce. Il filo che li unisce, che trasforma il pensiero in un racconto che non potrà essere dimenticato, è la poesia greca: un excursus appassionato, un viaggio in cui si rincorrono i grandi gesti e le tenere paure di poeti e poetesse dell'unico tempo possibile, quello tra il mito e l'invenzione. E sarà proprio qui, tra Omero, Saffo, Anacreonte, Sofocle, Euripide, in un punto sospeso tra pagine da sfogliare, passioni e vita vissuta, che troveranno il varco per salvarsi entrambi, perché non è possibile che «gli uccelli cantino quando passa la tempesta, e gli uomini non sappiano nemmeno esser felici del sole che gli resta». E potranno dire – forse – di non avere più paura, di morire e di vivere.
IL MERCANTE DI LUCE
Le parole febbrili che un padre rivolge al figlio, per dirgli – prima che sia troppo tardi – quello che passa e quello che resta di un uomo. E per dirglielo nel modo che sente più suo: viaggiando con lui tra i versi dei lirici e tragici greci, che da sempre illuminano ogni cosa. Perché è lì, in Grecia, che tutto ha avuto inizio. Un romanzo impetuoso e poetico sull'amore per i libri e per la vita.
Marco è ormai prossimo alla fine. Ha diciassette anni e soffre di progeria, una malattia che accelera vertiginosamente lo scorrere del tempo e condanna a una vecchiaia precoce. Suo padre, Stefano Quondam, fuori dal tempo e dal mondo ci si è sempre trovato, anche se in maniera diversa. È un professore di letteratura greca, grandissimo e misconosciuto, un Don Chisciotte che non ha mai smesso di combattere una testarda battaglia contro la stupidità e l'omologazione. Certo, è al tempo stesso un uomo imperfetto, pieno di difetti, ma vuole trasmettere al figlio quanto ha di più suo. E vuole credere con tutto se stesso che la bellezza che gli tempesta la memoria sia una luce cosí potente da svergognare il buio. Ma tra i due, chi è veramente il mercante di luce? Chi salva l'altro? Questa è la cronaca dei giorni di un ragazzo colto e curioso, emozionato di fronte a quello che sa della vita e a un padre che gliene spiega il senso, l'unico che conosce. Il filo che li unisce, che trasforma il pensiero in un racconto che non potrà essere dimenticato, è la poesia greca: un excursus appassionato, un viaggio in cui si rincorrono i grandi gesti e le tenere paure di poeti e poetesse dell'unico tempo possibile, quello tra il mito e l'invenzione. E sarà proprio qui, tra Omero, Saffo, Anacreonte, Sofocle, Euripide, in un punto sospeso tra pagine da sfogliare, passioni e vita vissuta, che troveranno il varco per salvarsi entrambi, perché non è possibile che «gli uccelli cantino quando passa la tempesta, e gli uomini non sappiano nemmeno esser felici del sole che gli resta». E potranno dire – forse – di non avere più paura, di morire e di vivere.