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RADIO SALENTO POPOLARE

Non fu solo goliardia


Mi permetto d'aggiungere un modesto contributo al dibattito avviato dal vostro giornale sull'esperienza delle radio libere. Quella di ''Radio Salento Popolare'' va inserita nel contesto sociale economico e politico dell'epoca. Il decennio '75-'85 rappresenta per il Salento un periodo di profonda e rapida trasformazione dell'economia e quindi dello stile di vita. I nostri paesi non si svuotano più all'Aprile di ogni anno con le famiglie di mezzadri e contadini senza terra che si trasferiscono nel Tarantino o nel Materano o nel Barese per la stagione del tabacco e l'emigrazione verso l'estero registra una grande flessione fino a ridursi ad una modesta fascia di integrati.
Sono gli anni del possibile sorpasso del P.C.I. sulla D.C. Gli anni delle grandi battaglie per i diritti civili, divorzio-aborto, gli anni della contestazione giovanile, gli anni insomma del grande coinvolgimento, passionale e ideale, della politica. Gli anni che precedono e seguono il delitto Moro.
Radio Salento nasce ad Andrano nel 1976 per espressa volontà della cooperativa U.T.A.S. e del suo presidente, il compianto prof. Giorgio Garrapa, cooperativa che in quegli anni ha realizzato nel salento un'operazione economica che ancora oggi può essere considerata una delle più significative nella storia delle cooperative. La nostra esperienza si incrocia subito con quella di Radio Popolare, che trasmette da Melpignano e che ha contribuito non poco all'affermazione, nelle ultime elezioni amministrative, di un giovane medico iscritto al P.C.I. Nasce cosi Radio Salento Popolare, che unisce due studi e due redazioni, che trasmettono in ponte alternativamente. Radio Salento nasce come strumento di informazione veloce e diffuso, che consente alla cooperativa di raggiungere le migliaia di soci su tutti i paesi della provincia, ma anche come strumento di formazione politica a disposizione non solo della cooperativa ma anche dei partiti della sinistra e del sindacato.
Ed è per questa ragione che si guarda subito a Tricase quale centro di riferimento per il Capo di Leuca. Questa lunga premessa per dire che le radio libere non hanno rappresentato soltanto momenti di goliardia e di giovanili entusiasmi finalizzati all'intrattenimento o espressioni di narcisismo collettivo.
Nel nostro caso hanno rappresentato momenti di crescita e di arricchimento, nonché di socializzazione per generazioni di giovani. La nostra radio, per esempio, non trasmetteva musica a richiesta o canzoni con dedica, né aveva programmi di quiz. Sono rimasti invece memorabili gli sketch e le imitazioni di Tommy così come, indimenticabili, sono i dibattiti di carattere politico o amministrativo che si svolgevano nei nostri studi.
Ricordo che gli studi di "Radio Salento Popolare" erano esattamente di fronte alla canonica e che i ragazzi che si alternavano ai microfoni erano gli stessi che frequentavano l'associazione dei giovani nella parrocchia.
L'impaginazione del radio giornale veniva fatta con la partecipazione di quasi tutti e, alla fine, ciò che andava in onda era il risultato di un lavoro collettivo, ma anche la sintesi di discussioni tanto accese quanto defatiganti. Questa l'esperienza di chi può dire tranquillamente: «Non so se e quanto è servito, ma almeno ci ho provato».

Costantino Nuzzo

 
"Formidabili quegli anni"

Era l'estate del 1980. Avevo appena finito di frequentare il II anno dell'ISEF e trascorrevo tutto il  pomeriggio nei locali dell'AGT (Associazione Giovanile Tricase) in via Principe Gallone a giocare a ping-pong, in attesa  di raggiungere Tricase Porto e passare la serata, come tanti miei coetanei, nei pressi del bar "La Lampara" e del famosissimo muro del pianto.Di fronte all'AGT, in due locali della famiglia Panico, funzionava, da qualche mese, una piccola radio libera chiamata RSP (Radio Salento Popolare), grazie all'opera di quattro ragazzi: Costantino Nuzzo (il più anziano), Romano Legari, Graziano Campa di Sanarica e Lilly Orlando di Presicce. Quest'ultima lavorava in una sartoria di Tricase e nella pausa pranzo conduceva un programma musicale intitolato "Lilly Music", molto ascoltato in quel periodo (molti quarantenni di oggi lo ricorderanno senz'altro). Questi ragazzi parlavano tra loro di Mixer, Revox, Tweeter, Sintonizzatore, tutti termini astrusi per me ma che rappresentavano delle banalità per chi come loro si muoveva con disinvoltura nel mondo magico delle radio libere di quegli anni.
Un bel giorno dopo l'ennesima partita a ping-pong uno di loro mi disse: "Sai cerchiamo dei ragazzi interessati e motivati perché abbiamo dei buchi enormi nel palinsesto."
Fu come una folgorazione; io mi dichiarai subito disponibile e contattai immediatamente una decina di ragazzi dell'AGT. Organizzammo in fretta e furia una riunione in cui buttammo giù una "scaletta" di programmi dalle 6 alle 24.
Da quel momento cominciò la stagione di RSP; andò avanti per un triennio, ma fu un periodo entusiasmante per tutti noi ragazzi dei primi anni '60: avevamo tutti vent'anni, ventuno, qualcuno anche meno. In un periodo magico per Tricase; nella nostra cittadina, infatti, oltre a noi, operavano la storica Radio Capo e Radio Uno Tricase. Potete immaginare la concorrenza che c'era tra di noi operatori di queste piccole emittenti per accaparrarci le simpatie e l'ascolto del pubblico (oggi parleremmo di audience) oltre che il favore degli inserzionisti per la pubblicità. Eravamo come una famiglia; se qualcuno mancava o aveva un impegno subito c'era uno che lo sostituiva; venivamo "rimborsati con 500 lire all'ora, una cifra media per quei tempi ma tutti noi avremmo" lavorato" gratis. Ricordo ancora il seguitissimo programma  di musica a richiesta di Salvatore Sciurti (riceveva tantissime telefonate e montagne di lettere) e ancora il programma di "Disco-Music" di Carlo Musio; i programmi sempre frizzanti di Mimmo Panico; la trasmissione "Tutto-reggae" di Gino Basile e poi tanti altri validi dj come Umberto Scorrano, Antonio e Cosimino D'Aversa, Antonio Atzori, Daniela Garrisi, Giuseppe Iacobelli, Rocco Nesca, Gino Piscopiello, Alfredo Esposito,ecc..
Per quel che mi riguarda ho condotto programmi a tutte le ore. C'è stato un periodo in cui presentavo "Il Mattiniere di RSP" dalle 6 alle 8,30, in cui, oltre alle solite cose che si trasmettono a quell'ora (musica orecchiabile, oroscopo, richieste), davo uno sguardo a qualche interessante articolo di giornale. Ma il programma che ricordo con più affetto e un po' di nostalgia è quello che conducevo tutti i giorni dalle 14 alle 15 e che si occupava di cantautori italiani e di musica internazionale. Come dimenticare poi Tommaso Turco (detto Tommy) e il suo esilarante "Alto Rompimento" in cui si esibiva in imitazioni e gags irresistibili sui personaggi in auge in quegli anni (ricordo le imitazioni riuscitissime di Bearzot, Pertini, Grillo, ecc. e le interviste impossibili a personaggi storici tipo Garibaldi e Mazzini, con sottofondo di musica interamente strumentale.
Io gli facevo modestamente da spalla e mi divertivo moltissimo.
Un cenno a parte merita il radiogiornale di RSP coordinato in un primo momento da Costantino Nuzzo e in seguito da Francesco Accogli; oltre alle notizie locali si dava uno spazio considerevole alla rassegna stampa nazionale con notizie tratte dai principali quotidiani. Ricordo che avevamo l'abbonamento a quattro giornali nazionali, tra cui Paese Sera. Senza dimenticare i dibattiti, le tribune politiche (mi ricordo una intervista che facemmo a Massimo D'Alema, allora segretario regionale del PCI), le inchieste, i programmi sportivi sul calcio, la pallavolo e l'annuale marcialonga tricasina; e ancora i forum culturali a cui partecipava spesso don Tonino Bello, le iniziative umanitarie e benefiche (indimenticabile la mobilitazione in occasione del terremoto dell'Irpinia quando la nostra radio divenne centro di raccolta permanente di viveri, medicinali, coperte). Insomma di tutto, di più.
All'inizio di marzo del 1983 partii per la naia (c'era ancora il servizio militare obbligatorio allora). Quando, durante l'estate, tornai per la prima licenza, Radio Salento Popolare non c'era più, era stata chiusa. Il mio amico Carlo Musio, che vi aveva lavorato fino all'ultimo, mi disse che la cooperativa UTAS, proprietaria dell'emittente, versava in cattive condizioni economiche ed aveva deciso di tagliare il superfluo.
Sono passati tanti anni; quei ragazzi di cui sopra sono ora diventati medici, impiegati, insegnanti, ingegneri e saranno senz'altro d'accordo con me se, per definire meglio l'atmosfera di quel periodo, rubo una frase ad un personaggio famoso dell'epoca: "Formidabili quegli anni".
Vincenzo Marra

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